Luglio mese di mare, vacanze e cene all’aperto, ma non solo. Luglio è infatti anche il mese dei tanto attesi saldi estivi. Ma quali sono stati i risultati dei saldi estivi 2018?

Sono molte le famiglie che aspettano questo periodo dell’anno per fare i loro acquisti a prezzi vantaggiosi. Nel 2018, ad esclusione di Sicilia e Basilicata, che hanno anticipato la data di inizio dei saldi al primo di luglio, il gong è scattato il 7.

Ma come sono andati i saldi 2018? Cerchiamo di capire insieme i risultati delle vendite durante questo periodo.

Diamo i numeri

Prima però di analizzare i risultati dei saldi estivi del 2018 ricapitoliamo brevemente i risultati dello scorso anno così da avere un paragone immediato.

Tiendeo.it ha condotto uno studio nel quale ha rilavato come il 91% dei consumatori acquisti almeno un prodotto a prezzo di saldo durante il periodo in oggetto. Nel 2017 il giorno di inizio saldi fu il sabato, giorno in cui si registrò un afflusso nei negozi del 71% superiore alla settimana precedente. Ma fu il giorno seguente, la domenica, in cui si registrò un picco di visite ai negozi con un +128%.

Un comportamento frequente (2 su 3 fra gli intervistati) è l’acquisto di impulso per sfruttare le irripetibili offerte. Il 58% degli intervistati afferma infatti che esiste la possibilità che durante i saldi possa acquistare oggetti non preventivati. Grande è anche il ruolo di internet. É infatti del 40% la percentuale di coloro che prendono informazioni in rete sui prodotti prima di recarsi in negozio per completare l’acquisto.

Le previsioni

Secondo le stime di Confcommercio la spesa media per l’acquisto di abbigliamento e calzature sarà di circa 230 euro a famiglia. Il periodo dei saldi rappresenterà per le aziende di abbigliamento la possibilità per rifarsi di una primavera con vendite ridotte.

Per il Codacons invece i saldi 2018 faranno registrare numeri decisamente negativi. Codacons prevede infatti una contrazione dei consumi rispetto al 2017 pari al 5% con punte del 15% nel sud Italia con una spesa media individuale di circa 64 euro.

Secondo Codacons solo gli outlet e i negozi di alta moda, grazie alla numerosa presenza di turisti stranieri (principalmente russi, cinesi e giapponese) registreranno numeri positivi. Secondo l’Unione Nazionale Consumatori lo sconto praticato sarà mediamente del 20.9%, con un leggero calo rispetto a gennaio dove lo sconto aveva raggiunto mediamente quota 21%.

In aumento invece la propensione all’acquisto in rete a prezzo di saldo a cui è interessato il 32% dei consumatori.

I risultati

I primi dati che stanno emergendo non paiono confortanti. Il calo registrato ad esempio nella regione Lazio è di circa il 10% con punte del 15% per le provincie di Latina e Frosinone rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Il Codacons parla di risultato flop. In negativo Codacons registra l’andamento dei saldi in grandi città come Genova, Milano e Roma che rispetto al 2017 registrano vendite inferiori del 5%. Nelle città del sud il risultato è perfino peggiore, a Catania, Bari, Palermo e Catanzaro vendite giù del 15%.

Il risultato negativo afferma Codacons è imputabile soprattutto ai negozi di periferia e ai centri commerciali. I quali non solo hanno visto un decremento delle vendite, ma anche dell’affluenza.

Il risultato negativo non è però generalizzato. Alcune città del centro Italia mostrano infatti vendite superiori rispetto allo scorso anno, con i risultati migliori registrati in Umbria dove in tutti i maggiori centri urbani la bilancia risulta positiva.

Risultati confortanti sono anche quelli raccolti da Confcommercio Emilia Romagna attraverso il Centro Studi Iscom Group. Secondo questa indagine il 31% degli operatori del settore avrebbe riscontrato aumenti nelle vendite, il 47% sostanziale stabilità e solo il 22% ha lamentato una flessione, seppur lieve.

A conferma di questi dati Confcommercio Emilia Romagna afferma che la spesa media pro-capite per il 2018 è stata di circa 80 euro, contro le 70 di un anno fa. Questo dato porta la spesa media familiare a 177 euro.

Nonostante queste aree geografiche che mostrano segnali positivi, Carlo Rienzi, presidente del Codacons, commenta così i dati: “purtroppo le previsioni negative stanno trovando conferma: ad oggi le vendite nel settore abbigliamento, accessori e calzature non sono decollate e il commercio, specie i piccoli negozi, registra una evidente contrazione del giro d’affari”.

Le cause

In molti attribuiscono questi dati negativi al e-commerce scelta sempre più gettonata da molti consumatori. Da ricordare infatti che gli store online applicano sconti liberi durante tutto l’anno penalizzando in questo modo i negozi fisici, vincolati dalle regole in materia. Proprio per questo motivo il coro di coloro che a gran voce richiedono una web tax è sempre più forte.

Il Codacons punta il dito anche contro gli stessi commercianti che a suo dire, evidentemente non memori dei deludenti risultati di un anno or sono, applicherebbero sconti troppo bassi.

Un ulteriore problema sembra essere dato dai negozianti furbetti che anticipano l’inizio dei saldi, offrendo in questo modo ai propri clienti sconti rilevanti sulla propria merce prima della data stabilita per la partenza dei saldi, facendo in questo modo concorrenza sleale a coloro che le regole le rispettano.