Negli ultimi anni, il settore retail ha vissuto una trasformazione silenziosa ma radicale: l’ascesa del dark store.

Questo modello, spesso invisibile agli occhi del consumatore, sta ridefinendo logiche, spazi e tempi della distribuzione, in particolare nei segmenti del quick commerce e della logistica dell’ultimo miglio.

Cosa sono i dark store

Un dark store è un punto vendita non aperto al pubblico, organizzato come un supermercato o un negozio tradizionale, ma destinato esclusivamente alla preparazione e spedizione degli ordini online.

Non ha vetrine né casse: è progettato per l’efficienza, non per l’esperienza d’acquisto.

Questo modello nasce per rispondere alla crescente richiesta di consegne ultra rapide – anche in meno di 15 minuti – in contesti urbani ad alta densità, dove la prossimità al cliente è fondamentale.

Perché questo modello sta crescendo

Il successo di questi tipi di punto vendita si lega a vari fattori:

  • Domanda crescente di velocità: i consumatori vogliono tutto e subito. Il quick commerce promette consegne in tempo reale, e il dark store ne è il motore operativo.
  • Efficienza operativa: senza clienti fisici, si riducono complessità e costi legati all’esperienza retail tradizionale.
  • Ottimizzazione degli spazi: possono essere allestiti in piccoli locali, anche in zone poco appetibili per il retail convenzionale.

I vantaggi di questo modello

  1. Velocità di evasione ordini: gli operatori lavorano in ambienti pensati solo per il picking, senza distrazioni.
  2. Controllo sull’inventario: il magazzino è centralizzato e ottimizzato, con meno errori e rotture di stock.
  3. Riduzione dei costi fissi: niente allestimento vetrine, meno personale front-end, minori esigenze di location premium.

Le criticità da considerare

Questo nuovo modello non è però privo di limiti:

  • Sostenibilità economica: margini bassi e costi di consegna elevati possono rendere difficile la redditività.
  • Conflitto con il tessuto urbano: alcuni comuni limitano i dark store, considerandoli magazzini travestiti da negozi.
  • Mancanza di brand experience: l’assenza di contatto fisico può indebolire la relazione con il cliente.

Quick commerce e dark store: un’accoppiata vincente?

Il quick commerce – l’evoluzione più estrema dell’e-commerce – si basa proprio su queste tipologie di punti vendita e per offrire consegne in tempi record.

Aziende come Gorillas, Getir, Glovo e altri operatori specializzati hanno fondato il loro modello operativo su una rete capillare di dark store cittadini.

Tuttavia, le difficoltà emerse nel 2023-2024 (fusioni, tagli, ristrutturazioni) dimostrano che la sostenibilità a lungo termine non è garantita.

Serve un bilanciamento tra efficienza logistica e strategia commerciale.

Il futuro del dark store nel retail

Il concetto di dark store si sta evolvendo.

Alcuni retailer stanno testando modelli ibridi – come gli hub retail – che uniscono logistica e punto vendita.

E per questo Tekio ha dato vita alla soluzione Omicommerce che permette ai retailer di vendere su tutti i canali con una gestione intelligente delle spedizioni grazie a orchestrazione degli ordini e stock unificato.

Altri utilizzano questi spazi per servire esclusivamente clienti fidelizzati o abilitare formule di click & collect ultra rapide.

Nel prossimo futuro, i dark store saranno parte integrante della strategia omnicanale: nodi invisibili ma fondamentali nella rete distributiva.

Conclusione

Il dark store rappresenta una risposta concreta alle nuove esigenze del consumatore digitale.

Ma il suo successo dipenderà dalla capacità delle aziende di integrarlo con una visione più ampia, capace di coniugare efficienza, sostenibilità e relazione con il cliente.