Secondo una nuova ricerca di Capgemini il 2019 è l’anno in cui il retail potrebbe abbracciare pienamente l’intelligenza artificiale.

La vendita al dettaglio vive una fase di trasformazione e il 2018 è stato indubbiamente un anno molto denso di cambiamenti. Diverse note catene sono entrate in amministrazione controllata, molte altre stanno riducendo il numero di negozi fisici causando perdite di migliaia di posti di lavoro.

In quella che è stata definita da alcuni come “l’apocalisse del retail“, molti negozi fisici stanno oggi cercando nuove tecnologie per competere con la scelta e la convenienza offerte dall’e-commerce.

La risposta a questa situazione potrebbe in parte trovarsi nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Tuttavia, anche se il potenziale utilizzo dell’intelligenza artificiale per migliorare le vendite e l’esperienza del cliente resta ancora in larga parte non sfruttato, la ricerca suggerisce che i retailer stanno finalmente mettendo in pratica questo potenziale.

Dall’uso dei big data per migliorare i consigli di acquisto alla realtà aumentata per assistere nella prova dei vestiti fino alla facilitazione nel tracciare e gestire gli stock, la ricerca suggerisce che coloro che sono disposti ad abbracciare le nuove tecnologie sembrano sopravvivere nel settore retail più a lungo di quelli che non lo fanno.

Come l’intelligenza artificiale nella vendita al dettaglio sta plasmando il successo del domani

Lo studio condotto da Capgemini ha preso in esame 400 retailer che stanno implementando alcune modalità di utilizzo dell’IA. La ricerca ha rilevato che il 28% dei retailer sta oggi implementando qualche forma di IA, un aumento significativo dal 17% del 2017 e dal 4% del 2016.

Ciò suggerisce che molti rivenditori si stanno finalmente accorgendo dell’enorme potenziale degli strumenti figli di questa tecnologia. Zara, ad esempio, per competere nel mondo del fast fashion si prepara al lancio di un’applicazione di realtà aumentata in 120 dei suoi negozi. Grazie ad essa clienti saranno in grado di utilizzare i loro smartphone per vedere i manichini muoversi mentre indossano gli indumenti a cui sono interessati.

Secondo Forbes, H & M usa l’intelligenza artificiale anche per analizzare i dati relativi a resi, ricevute e carte fedeltà per decidere che merce rendere disponibile in ogni suo negozio.

I dati dello studio

Anche se una paura comune che circonda l’intelligenza artificiale è il suo collegamento con la possibile perdita di posti di lavoro, la ricerca ha rilevato al contrario che la tecnologia potrebbe invece crearne di nuovi. Posti di lavoro in questo caso particolarmente significativi trattandosi di un settore che ha visto un gran numero di licenziamenti causati dalle ripetute chiusure di negozi.

Il 71% dei retailer afferma che l’IA sta oggi creando posti di lavoro, con oltre due terzi di questi a livello senior. Altro dato confortante è che il 75% ha dichiarato che l’IA non ha sostituito fino ad ora nessun posto di lavoro nella sua organizzazione.

Un altro importante vantaggio dato dall’utilizzo dell’IA è nel servizio clienti. I retailer hanno infatti dichiarato che le loro maggiori difficoltà sono nell’offrire un’esperienza unica non offerta dall’e-commerce per garantire che i clienti continuino a fare acquisti nei loro negozi.

Le aspettative dei retailer

Il 98% degli intervistati che utilizzano l’intelligenza artificiale nelle funzioni rivolte al customer care si aspetta che il numero di reclami dei clienti si riduca fino al 15%, mentre il 99% si aspetta che l’IA aumenti le vendite fino al 15%.

Proseguendo, lo studio ha anche rivelato l’enorme potenziale di diffusione dell’IA in futuro. Secondo il rapporto, i rivenditori potrebbero risparmiare fino a 300 miliardi di dollari nella distribuzioni grazie all’IA. In altre parole, l’utilizzo l’utilizzo dell’IA per le attività di approvvigionamento, l’utilizzo di algoritmi guidati dal rilevamento delle immagini per impedire i furti e l’ottimizzazione della distribuzione potrebbero aiutare a risparmiare molto denaro.

Tuttavia, attualmente è stato dimostrato che solo l’1% sta lavorando per implementare l’intelligenza artificiale nella vendita al dettaglio su questa scala, suggerendo che nonostante i progressi fatti, i retailer devono sicuramente fare di più per trarne tutti i benefici.

Nel 2018, le aziende hanno anche adottato aspettative più realistiche riguardo alla loro preparazione in tema di IA. Coloro che affermano di possedere le capacità necessarie per implementare l’intelligenza artificiale sono ora passati dal 78% del 2017 al 53% di oggi.