Quanto spesso sentiamo parlare del futuro del retail? Eppure, già oggi, e leggendo qualche dato, sembra che di essere già nel retail del futuro, e per lo meno siamo possiamo dire di avere la tecnologia necessaria ad immaginarlo, ed attuarlo; anche se molte aziende retail sono a volte concentrate più a rivedere processi di back office, con obiettivi di riduzione dei costi operativi, che ad investire sulle tecnologie di canale.

L’ E-commerce, ad esempio, ha assunto in questi ultimi anni, non più il ruolo del pozzo di denaro su cui tutti avrebbero dovuto investire per fare business, ma un semplice canale di vendita aggiuntivo. Non a caso, i retailer più illuminati, non pensano più all’e-commerce come uno strumento per comprare da casa, dal proprio divano, senza muoversi risparmiando qualche euro, ma come un canale di vendita aggiuntivo, da poter utilizzare in negozio, in mobilità e con qualsiasi strumento si ha a disposizione (l’M-commerce funziona abbastanza ma richiede una grandissima forza del brand perché il consumatore si senta confidente nel processo d’acquisto).

Rispetto a qualche anno fa quindi si ritorna verso la centralità del punto vendita, contro la visione di molti operatori che alcuni anni fa lo vedevano morto a discapito dei canali mobili e social: il negozio quindi torna il luogo centrale, il luogo da dove partire per poter fare affidamento e su cui puntare per rilanciare la crescita anche dei canali in mobilità. Non a caso, molti dei siti di e-commerce che nascono per vivere in una logica mono canale sono destinati al fallimento, se non in casi eccezionali dove i driver del successo sono legati più a fattori di vera innovazione (Ecommerce Sites: 65% fallisce in18 mesi, 90% in 5 anni).

Da qui, dal ripartire a considerare il negozio come punto focale per l’engage con il cliente, nasce l’interesse per lo sviluppo di applicazioni customer oriented e della multicanalità con acquisto in negozio, e-commerce, su un kiosk in store, catalogo, call-center, mobile e ritiro e consegna a casa, in negozio, o perché no in qualche magazzino periferico (sempre più diffuse le pratiche di showrooming e webrooming). A testimoniare questa tendenza l’esistenza di player di commerce nati on line ma che stanno valutando l’apertura di brick and mortar stores (Amazon, Warby Parker, …); perché il canale on line non basta da solo a creare relazione e perché coloro che usano solo l’on-line avranno a tendere il problema di un servizio non cosi completo come competitor presenti su tutti i canali. La convergenza, e l’integrazione, diventano cosi indispensabili per un servizio di livello soddisfacente per le aspettative del cliente moderno.

Consiglio la presa visione del documento da cui ho preso spunto per l’articolo sopra scritto, contiene alcuni dati sull’argomento decisamente interessanti. Buona lettura a tutti.

http://www.slideshare.net/Sky7777/the-future-of-retail-42450916