Cos’hanno dunque in comune il produttore di cosmetici Lancôme, il marchio di moda Michael Kors ed il retailer di articoli digitali trasformati in streetwear Highsnobiety? Sono solo tre esempi di retailer che hanno abbracciato il commercio headless per rafforzare i loro sforzi nel canale e-commerce.

Il termine headless commerce non è del tutto nuovo, ma sembra oggi diffondersi con una velocità del tutto nuova in seno al mercato retail. I rivenditori riconoscono l’importanza di solide vendite online per la salute generale dei loro affari, e ciò va di pari passo con la crescente consapevolezza che il modo in cui vengono sviluppati i sistemi di e-commerce sia in grado di incoraggiare gli acquisti.

Cos’è l’headless commerce?

L’headless commerce separa l’interfaccia utente tramite la quale il consumatore vive la propria esperienza di acquisto online dalla componente commerciale di back office. Tutto ciò è reso possibile dalle API o dalle interfacce di programmazione delle applicazioni.

Questa separazione consente agli sviluppatori del front-end di determinare il modo migliore di presentare ai clienti i contenuti online e agli sviluppatori di back-end di lavorare sulla consegna di tali contenuti attraverso i canali digitali del marchio. L’headless commerce in questo modo riduce l’attrito tra i diversi team e consente a un rivenditore di adattarsi rapidamente alle mutevoli tendenze digitali.

L’headless commerce è nato dalla lotta dei rivenditori per creare un’esperienza di acquisto online che fosse coerente con il marketing che i clienti erano abituati a vedere. Con l’headless commerce, le preoccupazioni di malfunzionamento del sito vengono rimosse attraverso la separazione del livello di presentazione, contenuto e sistema. Il suo obiettivo è garantire che i contenuti vengano visualizzati in modo accurato e accattivante su più canali, dalle App mobili ai dispositivi indossabili.

Cos’è importante?

Con la grande crescita dell’e-commerce, è diventato chiaro ai rivenditori che la totalità della presenza sul web è importante – dal primo clic di un cliente sulla homepage fino al momento in cui un ordine è confermato. Tale sistema deve funzionare senza intoppi, ogni volta, ovunque.

La crescita dell’e-commerce sembra inarrestabile. I dati prevedono che la quota totale del mercato e-commerce negli Stati Uniti supererà un milione di miliardi entro il 2025. E il colosso Amazon è pronto a controllare quest’anno il 47% del commercio elettronico globale.

Con Amazon che controlla gran parte del mercato, spetta a tutti gli altri essere sempre più competitivi. Il cliente non è più disposto a tollerare un processo di acquisto lento e obsoleto quando può effettuare un ordine presso un numero qualsiasi di concorrenti che offrono personalizzazione, integrazione con programmi di fidelizzazione e una varietà di piattaforme di pagamento.

La pressione è attiva da diversi anni, in effetti. Google Wallet è stato lanciato come concorrente di PayPal nel 2011, seguita da Apple Pay nel 2014. Poiché le barriere al pagamento sono state superate e le spedizioni sono aumentate, i clienti si aspettano il meglio da ogni singola esperienza di acquisto online.

L’architettura headless abbatte quelle barriere per i clienti, fornendo un’esperienza di acquisto coerente durante tutta la loro customer journey sui canali digitali del retailer. Allo stesso tempo, un sistema di e-commerce headless consente al retailer di personalizzare l’esperienza di acquisto online in base all’estetica complessiva di un marchio, sia in termini di aspetto che di funzionamento. Più fluido risulterà il passaggio dalla navigazione all’acquisto e maggiori saranno le probabilità che la transazione venga completata.

Storia del headless

Gli analisti sapevano che questo problema sarebbe arrivato prima di sapere come chiamarlo.

In un rapporto del 2013 Forrester Research identificava l’importanza di rimuovere le barriere tra l’inventario e-commerce, la presentazione del marchio e il processo di completamento degli acquisti. I marketer di oggi vogliono raccontare storie di marchi e prodotti attraverso la profonda personalizzazione e contestualizzazione dei contenuti e delle esperienze digitali interattive.

Tutti ricordiamo quanto fosse frustrante l’esperienza di acquisto online fino a pochi anni fa.

Dal lato opposto i retailer sapevano che si trattava di un problema in quanto potevano vedere nelle loro analisi che i clienti spesso facevano clic per effettuare un acquisto, ma in molti casi abbandonavano prima di completare il processo.

Implementando l’headless commerce, gli sviluppatori front-end, gli sviluppatori back-end e i creatori di contenuti non devono attendere l’uno l’altro per poter procedere con il loro lavoro.

Chi lo sta facendo?

Highsnobiety

Molti marchi hanno abbracciato l’headless commerce, ma la discussione è ancora viva all’interno della comunità tecnologica. La società di streetwear Highsnobiety ha costruito un sistema di commercio headless per il suo progetto in co-branding con Prada questa primavera. Questo sistema consente loro di presentare ai clienti il loro negozio online indipendentemente da dove i clienti digitali si trovino:  Snapchat, WhatsApp o incorporandolo negli articoli.

Pensando ad un’attività come questa prima dell’avvento della tecnologia headless sarebbe stato normale spendere moltissimi soldi e l’integrazione non sarebbe stata per niente facile.

Michael Kors

BUDAPEST HUNGARY – JUNE 4: Facade of Michael Kors flagship store in the street of Budapest on June 4 2016.