Quale sarà l’impatto della pandemia da COVID-19 sul comportamento dei consumatori nel settore retail italiano?
Come stanno andando questi primi giorni dopo la riapertura del commercio al dettaglio di lunedì 18 maggio?
I consumatori
Trascorsi i primi giorni dopo la riapertura degli store in tutto il paese e a seguito della concessione di libertà di movimento all’interno della regione senza obbligo di autocertificare il motivo del proprio spostamento sono pochissimi i consumatori che stanno acquistando dopo 67 giorni di lockdown.
Sembra dunque che quel fenomeno documentato in Cina e chiamato revenge spending, cioè una spesa molto sostenuta da parte dei consumatori che hanno dovuto rinunciare ai propri acquisti a causa del lockdown, non stia avvenendo nel nostro paese.
Nel periodo di lockdown i consumatori hanno prevalentemente acquistano cibo, compresi gli ingredienti per preparare pasta e pizza fatte in casa. Hanno anche acquistato prodotti di bellezza e materiale sportivo online.
Cucinare e fare sport sono state le uniche attività che hanno permesso alle persone di trovare un po’ di eccitazione durante i giorni di lockdown.
Ora, alcuni acquirenti sono alla ricerca di regali per matrimoni, battesimi o lauree – molti erano festeggiamenti che erano stati rinviati per molte famiglie a causa della diffusione del virus.
Le persone stanno oggi tornando con cautela alla normalità, ma i negozi nei centri delle nostre città potrebbero risultare i più penalizzati.
Molti consumatori potrebbero infatti scegliere di fare i loro acquisti lontano dalle affollate vie dei centri cittadini in modo da minimizzare i rischi di contagi limitando i loro movimenti.
Coloro che stanno iniziando a fare acquisti vogliono acquistare articoli a prezzi accessibili. È interessante notare lo scarso interesse per l’abbigliamento di moda poiché ogni capo che è stato provato deve essere igienizzato in seguito con spray all’ozono o vaporizzatori ad alta temperatura.
Di conseguenza, i capi tendono a sembrare già indossati prima di essere effettivamente acquistati da un cliente. Nella moda, l’aspetto conta e quell’aspetto visivo influenza l’interesse del cliente.
Inoltre sono molte le grandi catene che non permettono ai clienti l’uso dei camerini per provare gli articoli perché la necessaria sanificazione dei camerini dopo ogni uso avrebbe un costo troppo elevato per il retailer.
Ciò ovviamente scoraggia molti clienti a comprare prodotti di abbigliamento senza avere la certezza di come questi risulteranno una volta indossati.
Riapertura negozi retail
I negozi di piccole dimensioni sono limitati ad avere un solo cliente alla volta nel negozio e i clienti stanno pazientemente fuori dalla porta ad aspettare il proprio turno.
Sembra che l’interesse maggiore sia rivolto ai negozi di prodotti per la casa e le file sono più lunghe di fronte ai negozi che propongono questi prodotti.
Da questo si può desumere che il consumatore italiano nel corso del lockdown abbia sperimentato a fondo i limiti della propria abitazione e che voglia adesso porvi rimedio dando la priorità a questi acquisti piuttosto che ad abbigliamento o ad altri prodotti.
Il giorno della riapertura, il 18 maggio, si è registrato anche un forte interesse da parte dei consumatori in catene come Zara, H&M e Bershka.
Molti che aspettavano in fila erano studenti non residenti che avevano bisogno di comprare vestiti estivi perché ancora non in grado di tornare a casa poiché viaggiare tra le regioni non è ancora consentito. Non si può viaggiare senza un motivo valido ed alcune persone sono bloccate in città lontane con armadi pieni di abbigliamento invernale.
I negozi di lusso
Il 35% dei negozi di lusso non ha riaperto a Roma ed una percentuale ancora superiore a Milano.
Via Montenapoleone a Milano è praticamente vuota, e pochi negozi sono aperti a causa della mancanza di turisti.
Tra i negozi di lusso che sono ancora chiusi a Roma (in Via Condotti e Via del Babuino) ci sono Prada Men’s Store, Miu Miu e Max Mara. Poiché i confini con i paesi esteri sono chiusi, molte boutique di lusso soffrono dell’assenza di turisti internazionali.
I centri storici delle città sono ancora svuotati e non sembrano più come prima. Molti negozi di lusso di fascia alta sono chiusi e quelli che hanno deciso di riaprire appaiono desolantemente vuoti.
Turismo
L’Italia ha circa 60 milioni di abitanti e fino ad oggi circa 33.000 persone sono morte a causa dell’infezione COVID-19 da Coronavirus.
Le persone che stanno entrando in Italia in questi giorni sono obbligati ad una quarantena di due settimane. Una volta aperte le frontiere, questa restrizione potrà essere revocata per favorire gli scambi e incoraggiare il turismo.
Conclusione
È passata solo una settimana dalla riapertura dei negozi. L’attività continuerà a riprendersi lentamente sperando che i numeri dei contagiati non tornino a salire . I retailer che riusciranno a superare questa crisi prima degli altri saranno quelli che mostreranno il loro impegno nel supportare i loro clienti e che saranno in grado di creare un ambiente di vendita affidabile e sicuro.