“Our desire to bring every good thing to our children is a force for good throughout the world. It’s what propels societies forward.” — Melinda Gates.
In questo interessante articolo – http://www.impatientoptimists.org/Posts/2014/07/Big-Data-and-How-it-Can-Serve-Development – leggerete come i big data possono aiutare lo sviluppo dei paesi più poveri; e Melinda Gates a raggiungere un obiettivo universale. La diffusione di dispositivi mobili in questi paesi, già di per se inarrestabile a livello globale (il traffico Internet sulla rete mobile globale è cresciuto del 70% durante il 2012 e crescerà ancora di 13 volte in 5 anni) rende accessibili informazioni che prima non esistevano, con tutti i benefici che studi o ricerche su questi dati possono comportare.
Ad oggi, oltre il 70% degli individui abitanti la maggior parte dei paesi africani e dell’Asia meridionale ha accesso ad un dispositivo mobile; miliardi di dati e informazioni prima invisibili e ora disponibili in qualche data warehouses in giro per il mondo. Il loro utilizzo può cambiare la vita di milioni di persone.
Pare che oggi la priorità di progetti su Big Data sia più sensibile nei paesi emergenti che in quelli, ad esempio, dell’eurozona: da una ricerca europea Vanson Bourne promossa da Emc emerge infatti che mentre il 23% dei CIO dei paesi emergenti sta sviluppando o ha già realizzato progetti big data, nei mercati avanzati la media è del 18% (il 19% in Italia) – http://www.zerounoweb.it/approfondimenti/business-intelligence/cloud-e-big-data-che-si-fa-in-emea.html; una delle motivazioni apportate sta nel fatto che un paese slegato da pesanti eredità, costituite da sistemi stratificati nel tempo (legacy) , ha meno freni al cambiamento ed è quindi facilitato nell’ implementare soluzioni basate su logiche tecnologicamente diverse, come il cloud.
Leggi l’intero articolo a questo link – http://www.impatientoptimists.org/Posts/2014/07/Big-Data-and-How-it-Can-Serve-Development – Bill e Melinda Gates Foundation