Come molti settori, anche il retail deve riconoscere le sue mancanze in termini di sostenibilità. Ecco tre modi per rendere il retail sostenibile.

Ogni anno, i retailer contribuiscono in maniera determinante all’emissioni di CO2 attraverso il ciclo di vita dei prodotti che vendono.

Questo li colloca tra i maggiori settori ad emettere gas serra

Con l’intensificarsi delle preoccupazioni sul clima, i consumatori pretendono un cambiamento.

Più di tre quarti degli acquirenti di generi alimentari hanno boicottato, almeno una volta, alcuni prodotti sulla base degli standard ambientali di un marchio.

Mentre sette Millennials su dieci e la Generazione Z affermano che pagherebbero di più per offerte ecologiche e sostenibili.

I rivenditori possono raccogliere la sfida lanciata dall’ambientalismo e soddisfare questo crescente green sentiment?

Sì, e la tecnologia è al centro delle soluzioni.

Ecco tre modi in cui la tecnologia può rendere il settore retail più sostenibile.

1. La tecnologia può aiutarci a comprendere l’impatto ambientale dei nostri acquisti

La sinergia rivenditore-cliente è fondamentale se si vogliono realizzare gli obiettivi di sostenibilità.

Per questo motivo dobbiamo aiutare gli acquirenti a comprendere le implicazioni ambientali dei loro acquisti.

I sistemi avanzati per il punto vendita possono fornire approfondimenti basati sui dati relativi al comportamento dei clienti.

Il riutilizzo dei sacchetti di plastica, ad esempio, può essere monitorato alla cassa, offrendo ricompense agli acquirenti che si ricordano di portare i propri.

La catena di alimentari danese COOP DK è all’avanguardia in questo tipo di attività.

Lanciata nel 2020, l’App per smartphone del supermercato consente agli acquirenti di vedere l’impronta di carbonio del loro carrello (e come si confronta con la media).

L’obiettivo è allontanare i consumatori dai prodotti ad alta intensità di carbonio, come carne e latticini, e verso opzioni più sostenibili.

Guardando al futuro, le soluzioni abilitate alla blockchain e i sensori IoT promettono di andare ancora oltre, offrendo ai clienti informazioni in tempo reale sull’impronta di carbonio del loro carrello lungo tutta la sua catena di approvvigionamento.

Questo livello di eco-trasparenza è vantaggioso non solo per l’acquirente, che ha il potere di fare scelte più sostenibili, ma anche per il rivenditore, che può dimostrare un’azione concreta a favore del clima.

2. La tecnologia può ottimizzare le catene di approvvigionamento

Quando un’azienda decide di impegnarsi a favore del clima, rendere maggiormente sostenibili le sue operazioni interne è un ottimo punto di partenza.

Ma se la sua catena di approvvigionamento non segue l’esempio, quel lavoro sarà stato inutile.

Una recente ricerca dell’Harvard Business Review ha evidenziato una serie di problemi insostenibili nelle catene di approvvigionamento.

Per combattere questi problemi sempre più rivenditori stanno abbracciando la digitalizzazione della catena di approvvigionamento.

I dati possono raccogliere le metriche di ogni fase del percorso di un prodotto ed evidenziare i problemi ecologici lungo il percorso, garantendo la provenienza di un articolo nel momento in cui raggiunge l’acquirente.

C’è, ovviamente, ancora un requisito per la produzione su larga scala quando gli articoli sono pronti per il mercato.

Ciò rappresenta una sfida per i rivenditori: la necessità di acquistare abbastanza in modo che gli scaffali non siano vuoti, ma non così tanto da rendere inevitabile lo spreco.

Ancora una volta, la tecnologia può aiutare.

I sistemi intelligenti di gestione del magazzino basati su cloud massimizzano la capacità di archiviazione utilizzando l’apprendimento automatico per ottimizzare il numero di scorte.

Ciò aumenta l’efficienza energetica, riduce lo spreco di spazio e aiuta i rivenditori a procurarsi la giusta quantità di scorte.

3. La tecnologia può essere progettata in modo più intelligente per ridurre le emissioni digitali

I costi ambientali non si limitano ai processi di vendita.

Ogni volta che si visita un sito di e-commerce, l’elettricità viene utilizzata per alimentare data center, reti di trasmissione e device digitali.

Con l’aumento vertiginoso del settore dell’e-commerce – le vendite online sono quasi quintuplicate a livello globale dal 2014 – le “emissioni digitali” sono dunque una preoccupazione crescente.

In media, i siti web producono 1,76 grammi di CO2 per pagina visualizzata.

Per i siti con 10.000 visualizzazioni di pagine mensili, ciò significa 211 kg di CO2 ogni anno.

Il design digitale intelligente è il segreto della sostenibilità del sito web.

Ciò significa un uso intelligente di immagini compresse, formati di file efficienti, caratteri leggeri e strutture di pagina e offerta di “modalità scura”.

Fare retail sostenibile non deve essere difficile

I rivenditori conoscono l’importanza della sostenibilità, ma hanno bisogno degli strumenti per incanalare adeguatamente le loro ambizioni in termini di sostenibilità.

Ottimizzare le esperienze dei clienti, perfezionare le catene di approvvigionamento e ridurre le emissioni digitali: tutto questo può essere ottenuto con la giusta esperienza e le giuste partnership.

Si tratta di comprendere i cambiamenti che devono essere apportati: come riunire persone, idee e nuove tecnologie per ottenere risultati più sostenibili.

Per i clienti e le aziende – e, in effetti, per il pianeta nel suo insieme – è qualcosa per cui vale la pena lottare.