Le tendenze più importanti per il settore retail nel 2022 includeranno lo sfruttamento dell’economia circolare.

Ciò significa l’utilizzo dei resi per aumentare la retention del cliente e creare nuove partnership.

Per il settore Retail il 2022 sarà un anno di investimenti e di creazione di nuove partnership perché i retailer, a seguito dello stravolgimento mondiale causato dalla pandemia, dovranno ripensare il proprio modello di business, ridisegnare la propria strategia, il proprio piano di marketing, rivedere i propri punti vendita e le operation.

Ecco alcune delle predizioni per il 2022

Economia circolare

L’economia circolare diventerà un must e sarà un grande catalizzatore di investimenti.

Forrester prevede che nel 2022 gli investimenti in aziende che facilitano l’economia circolare supererà i 2 miliardi.

Ai consumatori piace comprare prodotti di seconda mano perché sono unici e meno costosi.

Una grande attrattiva è rappresentata anche dall’idea di trovare il prezzo migliore per un articolo e “fare l’affare”.

Il “resale”, o rivendita, è anche la soluzione migliore per il pianeta.

Il 41% degli intervistati in un sondaggio portato avanti da Forrester negli Stati Uniti ha dichiarato che, quando può scegliere, preferisce comprare dei prodotti che sono eco-sostenibili e non inquinanti.

Il processo di reso

Il processo di reso diventerà il fattore di differenziazione quando si parla di servizi retail.

Storicamente, il processo di reso è stato vissuto dai retiler come una parte “noiosa” ma necessaria delle Operations.

Ma, nel 2022, proseguirà il trend per cui il processo di reso rappresenta una grande differenziazione tra un retailer ed un altro.

In un sondaggio svolto negli Stati Uniti da Forrester, il 60% degli adulti dichiara di preferire i retailer che offrono il reso gratuito.

E ancora…

Due persone su cinque preferiscono i retailer che garantiscono un rimborso sullo stesso metodo di pagamento.

Inoltre, più di un terzo dei consumatori americani che comprano online, ha dichiarato che la paura di un processo di reso complicato li ha scoraggiati dal completare un acquisto.

Ci si aspetta quindi che i retailer e i marchi investiranno per migliorare il processo di reso: aggiungendo punti di raccolta, velocizzando il processo e le procedure interne per la gestione del reso.

I retailer dovranno inoltre lavorare per condividere interamente i dati relativi ai resi e perfezionare il modo in cui i prodotti vengono presentati al cliente durante l’acquisto, in modo da minimizzare le richieste di reso.

I concept store

Il concept store sarà il veicolo per creare nuove partnership tra le aziende più impensabili.

Prendiamo l’esempio della partnership tra Khol e Amazon e tra Khol e Sephora per esempio.

Le partnership tra reatiler permette di espandere la propria presenza a location di alto livello senza l’investimento richiesto per implementare un nuovo punto vendita a partire da zero.

Il retailer che accoglie il concept store ha molti vantaggi, tra cui quello di dare una rinfrescata al proprio assortimento e alla propria offerta, quello di aumentare le proprie vendite per metro quadro e di diminuire l’impegno finanziario.

Nelle partnership possibili ci sono vastissimi potenziali da sfruttare.

Best Buy, Carrefour, eBay, Kroger, Macy’s, Target, Tesco, e Walmart sono solo alcuni dei retailer che hanno deciso di creare dei network di retailer sfruttando delle campagne mediatiche condivise.

Quello che fanno è vendere degli spazi pubblicitari sui loro siti web retail e nei loro punti vendita ad alcuni partner e ad altri venditori.

Questo tipo di annunci pubblicitari rappresenta un nuovo flusso di entrate per i retailer, un flusso che spesso assume un’entità rilevante.

Chi utilizza il servizio li apprezza particolarmente perché raggiungono dei consumatori che sono pronti all’acquisto, in cerca dell’affare.

Verso la Cina

I marchi occidentali spenderanno molte energie nei prossimi anni per “corteggiare” partner cinesi.

Gli analisti di Forrester predicono che alcuni cambiamenti legislativi previsti in Cina, che riguardano sia la regolamentazione dei mercati sia la protezione dei dati personali, porteranno i retailer occidentali a ricercare nuovi partner in Cina.

Oltre ad Alibaba e JD.com, molti marketplace di nicchia e dei mini-programmi, tramite compagnie come Douyin, Little Red Book e WeChat rappresentano occasioni di collaborazione molto interessanti.