Ci troviamo oggi a fronteggiare un cambiamento epocale che sconvolgerà in modo irrimediabile la nostra società. Stiamo parlando dell’utilizzo sempre più massiccio dell’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro. Alcune volte la AI, questo il suo acronimo, e l’automazione in genere viene utilizzata per migliorare l’efficienza dei lavoratori, altre volte per fornire loro nuovi strumenti per migliorarne la produttività, ma più spesso per rimpiazzare i lavoratori con macchine esenti da errori umani e senza necessità di percepire uno stipendio mensile.

Il momento di riflettere

Riteniamo dunque sia giunto il momento, questa volta per davvero e senza rimandare ulteriormente, di porsi una serie di interrogativi sul futuro della società e degli individui che ne fanno parte. Sono molti gli esperti che si affannano a dire la loro su questa tematica. Alcuni entusiastici sostenitori del progresso tecnologico su giornali e pubblicazioni scientifiche sventolano la loro positività appellandosi ad un vaticinio in cui gli uomini sarebbero affrancati dal lavoro e serviti da macchine intelligenti capaci di esaudire i loro desiderata ancor prima che essi si manifestino.

Altri, in maniera più cauta, si dicono convinti che il progresso tecnologico farà sì, scomparire molti dei lavori che facciamo quotidianamente, ma di pari passo saranno molte le nuove professioni da ricoprire. A detta loro questi nuovi posti di lavoro saranno caratterizzati da una maggiore gratificazione e da paghe più sostanziose.
Altrettanto fitta è la schiera di coloro che con visioni apocalittiche affermano la loro convinzione in una fine dell’umanità causata da robot intelligenti, trama degna di un cinema fantascientifico di Scottiana memoria.

Alcune domande da porsi

Noi per il momento ci dichiariamo agnostici, allo stesso tempo incuriositi dalle innovazioni che la mente umana è in grado di produrre e preoccupati da quelle che potrebbero essere le conseguenze di cotanto stravolgimento socio economico.
Ci piacerebbe con queste parole aprire un dialogo e sentire i vostri pensieri. Vi lasciamo con alcune domande che vogliono essere uno spunto per iniziare una vostra autonoma riflessione.

Se in molti perderanno il proprio lavoro a favore delle macchine come potranno le aziende vendere i loro prodotti se nessuno sarà più in grado di comprarli? Se l’uomo verrà affrancato dalla necessità di lavorare cosa ne farà del suo tempo? Il lavoro è una componente vitale per l’individuo o è solo uno strumento del quale potendo si farebbe volentieri a meno? Qual è il fattore umano, ammesso che ne esista uno, che ci distingue come specie e che le macchine non saranno mai in grado di replicare? Quali dovrebbero essere i provvedimenti che fin da ora i governi dovrebbero prendere per prepararsi a questa nuova rivoluzione?
Fateci sapere cosa ne pensate nei canali che preferite, sarà un piacere per noi confrontarci su queste tematiche.