Ci siamo quasi, negli Stati Uniti tutto è pronto per il lancio del nuovo sistema di pagamento Apple Pay, il nuovo sistema di pagamento tramite iPhone 6/6Plus e NFC. All’interno della società di Cupertino sanno come questo passo sia importante e decisivo per il futuro; si tratta di cambiare un’abitudine radicata negli anni, e già questo renderebbe difficile la sfida ma se a questo aggiungiamo che si ha a che fare con i nostri soldi, i nostri dati personali e molti aspetti inerenti la nostra privacy la sfida dei pagamenti NFC sembrerebbe quasi impossibile.
Forse Apple riuscirà anche in questa impresa, i pagamenti in prossimità (Nfc), tecnologia che finora non ha entusiasmato tutti; gli utenti stentano ad adottarli anche negli Usa, dove c’è da tempo Google Wallet. I motivi principali, notano vari analisti (tra cui Gartner) sono due: dubbi sulla sicurezza del sistema e usabilità non eccelsa. Non si vede un grande vantaggio rispetto all’uso della carta fisica.
Cosa ha fatto Apple su questi aspetti? Sulla prima, la sicurezza, Apple fa tutto con crittografia e non usa mai i veri dati dell’utente. Così facendo non ospita i dati sui propri server, a differenza di Google Wallet che usa il Cloud. Sulla seconda, l’usabilità, perché ha trovato un sistema di utilizzo estremamente semplice grazie al quale è possibile pagare senza bisogno di app dedicate e senza nemmeno bisogno di guardare il display (una vibrazione conferma l’avvenuto pagamento).
In Apple conoscono bene le difficoltà esposte, motivo per cui l’azienda cerca di rendere l’impatto tra consumatori il più facile possibile; cosi ha iniziato a preparare il lancio, inviando una serie di informazioni dettagliate ai suoi dipendenti e a diffondere programmi di training fra i suoi partner commerciali per istruirli sul suo innovativo metodo di pagamento.
Da queste note è emersa qualche novità, vediamo di cosa si tratta.
Le carte di credito saranno inserite in Passbook tramite iTunes o utilizzato la fotocamera dell’iPhone, risiederanno in modo criptato, su un chip speciale del cellulare (il Secure Element) e lo scambio di informazioni con il Pos avverrà tramite onde radio (tecnologia Nfc). Passbook sarà in grado di memorizzare sino a 8 carte di credito o di debito.
L’integrazione tra Apple e le società emettitrici della carte di credito sono molto strette: per ogni carta collegata gli utenti potranno consultare l’elenco delle transazioni effettuate, i contatti della banca, e attraverso l’App dedicata, se disponibile, potranno ricevere notifiche push sulle transazioni concluse. Inoltre, nel caso di una carta di credito in procinto di scadere, Passbook aggiornerà la stessa con la nuova data di scadenza. L’operazione sarà automatica, gli utenti non dovranno fre nulla sulla vecchia carta, semplicemente riceveranno una notifica push dell’avvenuto cambiamento.
In riferimento alla privacy, tema che l’esperienza ci insegna essere delicatissimo, Apple sottolinea ancora nel documento informativo che le transazioni saranno del tutto anonime, cioè i dettagli del contatto e i dati delle carte di credito non saranno note a Cupertino. Inoltre, al momento dell’acquisto negli Apple Store, i clienti non dovranno lasciare nessun loro dato personale.
E in futuro? Useremo l’impronta digitale e con Apple Pay potremo comprare anche online senza digitare password o numeri di carta. Certo, Apple non ha inventato nulla di nuovo. «Ma a dispetto dell’opinione comune, Apple non inventa mai un mercato. Piuttosto, si inserisce in quelli esistenti per ridefinirli, riuscendo a portarli verso il pubblico di massa», dice Ian Fogg, analista di Ihs.
E in Italia? Arriverà Tim Wallet e Vodafone Wallet, mentre per Wind e 3 Italia c’è tempo fino 2015. Ma i Wallet delle due maggiori compagnie Italiane funzioneranno inizialmente solo con carte di credito della banca Mediolanum e le prepagate degli stessi operatori. Poste Italiane? Vincolato ai conti Bancoposta. Intesa San Paolo? La loro App funziona invece solo con le sim di Tm e di Noverca. Come si nota, molta confusione e troppa disaggregazione. Ma sembra che tutti stiano lavorando ad accordi per ampliare il servizio.
Articolo tratto da:
http://www.theverge.com/2014/10/13/6969381/apple-and-partners-prepare-for-apple-pay-launch
http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2014-09-14/un-dito-sostituisce-carta-credito–180853.shtml?uuid=ABYzdhtB