Solo perché la generazione Z – di cui i membri più vecchi sono nati a metà degli anni 90 –  sono cresciuti senza conoscere un mondo privo di smartphone, internet e dispositivi digitali questo non significa che preferiscano lo shopping online a quello in store. Anzi, proprio il fatto contrario è stato appurato da una nuova ricerca condotta da IBM e dalla National Retail Federation.

Lo studio mostra come la Generazione Z  – che includerà 2.6 miliardi di persone nel 2020 – preferisca fare shopping presso negozi fisici. Ma ciò non significa che i retailers possano decidere di disinteressarsi alle innovazioni tecnologiche e al canale online. In realtà le catene di punti vendita devono oggi essere in grado di creare un maggiore coinvolgimento interattivo intorno al brand.

La Generazione Z si aspetta infatti che la tecnologia sia intuitiva, rilevante e coinvolgente. Questo presenta una significativa sfida per i retailers; creare un’esperienza personalizzata ed interattiva sfruttando gli ultimi avanzamenti del mondo digitale, pena il rischio di rimanere attardati rispetto alle richieste dei consumatori. Questo tipo di innovazione non si sostanzia in un unico progetto, ma è un nuovo modo di pensare e di operare che necessita di un approccio olistico.

La ricerca?

Dallo studio emerge che il 67% degli appartenenti alla Generazione Z compra in store la maggior parte delle volte e che il 31% del campione compra negli store alcune volte. Questo indica che una percentuale del 98% dei membri di questo segmento compra nei negozi almeno qualche volta. Questa ricerca è stata condotta su un campione di circa 15.000 consumatori aventi un età compresa fra i 13 ed 21 anni in 16 nazioni. Lo studio ha scoperto inoltre che il 74% degli intervistati spende il suo tempo libero online e che il 25% è online 5 ore o più al giorno.

Nonostante la Generazione Z sia nativamente digitale i retailer possono comunque conquistare questa fascia di consumatori, ma devono offrire un’esperienza che faccia presa su un segmento che sa di poter comprare praticamente tutto con pochi click. La tecnologia cambia, ma alcune abitudini di shopping rimangono le stesse e i retailers devono essere abbastanza agili da agire sia nel canale online che in quello offline.

Perché è importante?

Questa ricerca mostra dunque che nonostante i consumatori più giovani sappiano certamente come comprare online non si oppongono a recarsi in store per compiere i loro acquisti. Questo dovrebbe dare ai retailers speranza. Se riusciranno a creare la giusta esperienza d’acquisto potranno accaparrarsi una fetta di quei 44 miliardi di dollari che rappresentano secondo IBM il potere d’acquisto della Generazione Z.

Questo è un barlume di speranza per i retailer tradizionali, ma non sarà un percorso facile. Lo studio ha scoperto infatti che la Generazione Z può essere un gruppo di consumatori molto esigente. Più della metà del campione dichiara infatti che trasferirebbe la propria fedeltà da un brand all’altro se la qualità del primo non li soddisfacesse più. Ma il fatto che la Generazione Z riconosca il valore di lasciare la propria postazione pc per andare a fare shopping in store apre la possibilità alle catene di vendita al dettaglio di trovare una formula che funzioni.

Questo creerà probabilmente un mix di esperienza digitale e fisica; esperienza che nascerà dai desideri degli stessi consumatori.  Non siamo di fronte alla panacea di tutti i mali, ma questi dati mostrano come i retailers abbiano la possibilità di sviluppare interazioni fra canale online e canale offline in grado di fare presa su quella Generazione Z che sarà sempre più importante per le sorti dei retailers mondiali.

Articolo tratto da:

http://uk.businessinsider.com/study-generation-z-shoppers-prefer-physical-retail-stores-to-online-shopping-2017-1?r=US&IR=T